A cura di Alfredo Vannacci, Eugenia Gallo – Unità di farmacoepidemiologia, farmacovigilanza e fitovigilanza, Università degli Studi di Firenze.
Le interazioni farmacologiche tra erbe ed anticoagulanti orali rappresentano un significativo rischio per la salute dei paziente in terapia anticoagulante a causa di potenziali eventi avversi che potrebbero verificarsi, tra cui emorragie e complicanze tromboemboliche. Le più recenti revisioni della letteratura scientifica hanno più volte sottolineato le prove disponibili per numerose interazioni tra anticoagulanti orali e integratori dietetici a base di sostanze vegetali. Malgrado ciò, diverse indagini hanno dimostrato un tasso relativamente alto di utilizzo di prodotti a base di erbe, dal 17% al 27%, tra i pazienti trattati con anticoagulanti orali.
Una recente valutazione del database delle segnalazioni di sospetta reazione avversa ai prodotti di origine naturale dell’Istituto Superiore di Sanità condotta dal nostro gruppo, ha permesso di identificare la presenza di numerose segnalazioni di interazioni tra anticoagulanti orali e prodotti a base di piante officinali.
Sono stati in particolare identificati nel database 12 casi di sospetta interazione. Questi includono 7 casi di riduzione dell’efficacia degli anticoagulanti e 5 casi di aumento dell’ efficacia, tra cui un caso di ospedalizzazione per sanguinamento. Molte delle interazioni coinvolgono erbe ampiamente utilizzate e considerate generalmente sicure come tè verde, aloe, ginseng, mirtillo nero, arnica e boswellia. Alcune delle segnalazioni confermano quanto già pubblicato in letteratura (ginseng, arnica), mentre altre sono in contrasto (aloe, papaia, mirtillo). Inoltre sono stati per la prima volta segnalate interazioni tra warfarin e prodotti a base di boswellia, un fitoterapico finora considerato sicuro in termini di interazioni con farmaci anticoagulanti.
I meccanismi che stanno alla base di queste interazioni non sono ancora completamente chiari. Ad esempio se per i prodotti a base di tè verde è ipotizzabile un ruolo della vitamina K contenuta nella pianta che antagonizzerebbe l’attività del farmaco anticoagulante, è anche da considerare che tale vitamina è presente in bassissima concentrazione nell’infuso. In altri casi, come ad esempio tra arnica e warfarin è stato ipotizzato un meccanismo di interazione di tipo farmacodinamico, legata alla presenza di cumarine nell’arnica.
In conclusione, questa indagine sottolinea ancora una volta che le interazioni farmacologiche tra integratori e anticoagulanti orali rappresentano un rischio significativo per la salute. Un problema ulteriore è inoltre rappresentato dalla scarsità di informazioni che viene spesso rilevata in etichetta relativamente alla composizione quali-quantitativa degli integratori vegetali, il cui uso è ampio e in continua crescita. La segnalazione dei casi, sia nella letteratura scientifica sia negli opportuni registri di farmacovigilanza e fitovigilanza è una componente essenziale per accrescere la nostra conoscenza sulla sicurezza dei prodotti di origine naturale. Attraverso la segnalazione proattiva delle interazioni osservate, gli operatori sanitari possono svolgere un ruolo importante nel migliorare e rafforzare la conoscenza scientifica su queste importanti interazioni.
Bibliografia
- Paoletti A, Gallo E, Benemei S, Vietri M, Lapi F, Volpi R, Menniti-Ippolito F, Gori L, Mugelli A, Firenzuoli F, Vannacci A. Interactions between Natural Health Products and Oral Anticoagulants: Spontaneous Reports in the Italian Surveillance System of Natural Health Products. Evid Based Complement Alternat Med. 2011;2011:612150.
- Wittkowsky AK. Dietary supplements, herbs and oral anticoagulants: the nature of the evidence. J Thromb Thrombolysis. 2008 Feb;25(1):72-7.